Comitato Regionale

Sardegna

Progettare il futuro dell'UISP. C'è bisogno di tutti.

Mariapina Casula guiderà il Comitato Regionale UISP Sardegna nel prossimo quadriennio. La neoeletta presidente, durante il suo discorso congressuale ha voluto condividere con i delegati e gli invitati riflessioni e temi che saranno al centro della politica dell'associazione. Ci si prepara alla ripartenza, consapevoli che le sfide che dovremmo affrontare non saranno facili. Il periodo è complesso ma è necessario cambiare prospettiva. E ci sarà bisogno di tutti.

“L’ultima tornata congressuale ha visto in UISP l’elezione di presidenti donne per oltre  il 30%. E’ un ottimo risultato ma noi vogliamo di più. Vogliamo il superamento degli stereotipi di potere che vedono nell’approccio maschile al potere il modello vincente. La narrativa ci ha raccontato per secoli le storie di eroi, pochissime storie di eroine. E quelle poche donne raccontate si sono dovute comportare come uomini per poter passare alla storia. Non vogliamo questo. Crediamo che la vera parità possa nascere solo dal rispetto della specificità, delle diverse sensibilità e della diverso approccio ai temi della vita e quindi anche del potere. Un potere che dovremmo prenderci l’onore di gestire donne e uomini insieme nel rispetto di tutti i cittadini e le cittadine. Sono fiduciosa che il contributo che potranno dare le donne UISP, che ora iniziano ad essere tante, sarà fondamentale per accompagnare quel processo culturale del riconoscimento di ruoli, del rispetto del lavoro, dell’accettazione di nuovi modelli extra schema indispensabili per creare una società più equa, accogliente e rispettosa dei diritti di ciascuno”.

“Tutelare i diritti delle persone non è una questione di umanità, ma una condizione necessaria allo sviluppo sociale. La crescita di un paese non si misura con il PIL ma dalla sua capacità di contenere e ridurre le disuguaglianze. Crediamo nel diritto ad una società più equa e siamo presenti nei territori con interventi, azioni volti a garantire la pratica motoria per tutti, condizione di benessere fisico e psicologico. C’è lo sport controllato dal potere economico e lo sport delle periferie fisiche urbane e provinciali e quelle economiche e sociali presidiate dalle associazioni sportive e dal lavoro di tanti volontari, di giovani che hanno fatto dello sport il loro lavoro ma anche la propria vocazione, conciliando passione e professionalità, impegno e competenza, amore e timore. Timore per un futuro lavorativo privo di legittimi diritti del lavoro sanciti costituzionalmente".

"Stiamo tutt’ora assistendo impotenti all’agonia di tante associazioni sportive che non sanno se vedranno la fine del 2021. Tuttavia un passo importante è stato fatto per la prima volta grazie all’impegno dell’UISP e l’importante ruolo di advocacy sostenuto dall’interlocuzione con le forze politiche al Governo, l’emendamento presentato nel Decreto Cura Italia ha consentito il riconoscimento del lavoro sportivo”.

“L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo ha destabilizzato tutti, e noi come associazione non siamo rimasti indenni. Il nuovo consiglio eletto, dovrà lavorare sodo perché c’è tanto da fare - abbiamo quattro anni di mandato davanti a noi durante i quali con grande senso di responsabilità dobbiamo lavorare uniti per ricostruire quella trama sociale tanto provata ma pur sempre vitale. Le nostre associazioni aspettano da noi un segnale di ripartenza e quando si potrà ripartire dovremmo essere preparati ritrovando il piacere di sognare e progettare il futuro, di programmare le nostre attività, di sostenere le nostre battaglie politiche. C’è bisogno dell’intelligenza, della competenza, del tempo, dell’impegno, della forza vitale, della passione di ognuno di noi”.

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